23 gennaio 2013.

 

Anche noi non abbiamo alcun teatro, così come non abbiamo un Dio. Anche ciascuno di noi ha le sue idee particolari e le sue paure e ne mostra agli altri quel tanto che gli è utile. Perché anche noi non siamo più comunità.* La stessa ragione per la quale ci manca di poter cogliere la vita sommessa che incessante attraversa le cose come pure noi stessi: accomunati nello stesso logorio del tempo, lo stesso anonimato, presi e portati a compimento -in ogni modo -nell’onda unanime dell’esistere.
Se non possiamo essere comunità, talvolta però riusciamo a rintracciare fra noi il gusto condiviso del vivere, che si fa luogo e progetto. Fino a un mattino presto di gennaio, imprevedibilmente azzurro e luminoso in cui si può murare, con diritto, una porta di mattoni e cemento. E assediare tutto intorno allo spazio chiuso e vuoto, con dispiego di forze di stato. E minacciare per tutto il giorno di botte.

Bartleby, a Bologna.

 

*Ripreso liberamente da I quaderni di Malte Laurids Brigge, di Rainer Maria Rilke.