bologna. A ovest, sulla Certosa.
Annunciazioni.
Una timidezza. Grande.
Poi un raggio di luce
D’oro, una cascata
Di oro fuso, e caldo.
In quello,
Neri voli cadevano
Dall’altissimo.
Ho sentito il gelo
Serrarmi le ginocchia
—in me
Si scardinavano le congiunzioni d’essere
Che mi tenevano insieme.
Ho pensato che fossero demoni
A scavalcarmi la schiena.
IO SONO SVANITA
Come nel tonfo
Che fa il silenzio improvviso.
*
Tutti hanno sempre creduto che si compì in un’ora mattutina. Nella frescura di un’aurora prolungata, e tersa.
Fu invece sul finire del giorno. Nello splendore molle di un tramonto. Fisso, interminabile. Eterno.
bologna. 15 giugno 2013.