Settembre.

 

Settembre, di sera. Alla finestra in lontananza le ultime luci del tramonto si sciolgono nell’azzurro di seta e d’oro. L’anziana donna nel cortile raccoglie la biancheria stesa ad asciugare. Richiude con rumore gli stendini, è impedita nei movimenti da una paralisi per metà del corpo. E’ forte la donna, e dura.
Non lontano da qui la faccia delle due torri rivolta a ovest sarà di rosamattone, e nel chiarore dell’ora contro il cielo avrà dimenticato le nostre leggi di tridimensionalità: come sul foglio del disegno di un bambino. Lo stesso stupore.
Settembre di sera. Nella penombra della stanza la musica di Benedetti Michelangeli che suona un quartetto di Mozart. Settembre —eppure non si direbbe, per certe vene di aria nuova che a tratti sembrano aprirsi inattese, nell’aria che si respira.

bologna. 9 settembre 2012.