T. Tranströmer – Ricordi #2

 

 

 

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I.

 

 

 
      RICORDI *

Le prime esperienze restano per la maggior parte irraggiungibili. Racconti ripetuti, ricordi di ricordi, ricostruzioni in funzione di stati d’animo che improvvisamente si riaccendono.
Il mio primo ricordo databile è una sensazione. Una sensazione di fierezza. Ho appena compiuto tre anni e mi hanno detto che è qualcosa di molto importante, che adesso sono diventato grande. Sono a letto in una stanza luminosa e a un tratto poso i piedi sul pavimento con l’inaudita consapevolezza che sto diventando adulto. Ho una bambola, cui ho dato il nome più bello che sono riuscito a inventare : KARIN SPINA. Non la tratto maternamente. E’ più una compagna o un’innamorata.

 

 

 

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II.

 

 

 

Abitiamo nel quartiere di Söder a Stoccolma, in Swedenborgsgatan 33. Papà fa ancora parte della famiglia, ma tra poco ci lascerà. Il nostro stile è piuttosto «moderno» –fin dall’inizio do del «tu» ai miei genitori. Abbiamo i nonni vicini, abitano proprio dietro l’angolo.

 

 

 

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II.

 

 

 

Il nonno, Carl Helmer Westerberg, è nato nel 1860. Era pilota di rimorchiatori e mio grandissimo amico, maggiore di me di settant’un anni. E’ strano che ci fosse la stessa differenza d’età tra lui e suo nonno, che era quindi nato nel 1789 : presa della Bastiglia, ammutinamento di Anjala, Mozart compone il quintetto per clarinetto. Due grandi passi uguali indietro, due lunghi passi, ma in fondo non così lunghi. Si può toccare la storia.
Mio nonnno parlava la lingua dell’Ottocento.

 

* Minnena ser mig, I ricordi mi guardano nella traduzione dallo svedese di Enrico Tozzo, per le edizioni Iperborea. Milano 2011
 

 

I – III Lecce, palazzo vescovile. Marzo 2015
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