QUANDO HO ASCOLTATO LA PACE

 

 

 

 

 

ASCOLTA LA PACE
Annuncio della Pasqua alla città. Bologna, 3-9 aprile 2022

 

 

 

 

 

In che modo ascoltare la pace, se non nell’ascolto della Parola? Un bisogno che come un diadema ci stringiamo sul petto.

 

 

Ho vissuto da semplice credente nel tempo di quaresima di quest’anno la Settimana della Missione Cittadina nella zona pastorale centro di Bologna. Senza averne l’intenzione, in un momento della mia vita in cui sono di nuovo drammaticamente in cerca, mi sono ritrovata a rispondere alla chiamata portata dai Missionari dell’Oasi della Pace ; provvidenziale chiamata ASCOLTA LA PACE, proprio alla vigilia della Settimana Santa per scovare ancora il senso e la possibilità di gioire nella comunione dei risorti in Cristo, pure mentre i morsi delle tenebre del mondo ci stanno tentando di angoscia e di impotenza. Ma «la pace è quello che siamo, e soltanto poi, per conseguenza, diventa quello che facciamo» sentirò dire qualche sera dopo da suor Amelia… Un’esperienza di condivisione toccante, insperata, vitale e radicata nel reale, di simpatia fino alla commozione.

Già la domenica all’imbrunire avevo incrociato lungo via Rizzoli questi volti diversi, senza conoscerli li avrei definiti volti di pellegrini, che ti posavano con semplicità una meravigliosa dolcezza sulla faccia, negli sguardi, nel sorriso ; i missionari e le missionarie li riconoscevi dai loro vestiti uguali colore grigio perla, nei giorni successivi li avrei visti camminare insieme ad altre donne e uomini senza sosta per le vie del centro storico, facendosi sempre occasioni di incontro, anche alle soglie della notte : li ho incontrati una sera sulla strada per ritornare a casa, mentre offrivano da mangiare ai nomadi che dormivano al freddo sotto i portici, e nell’oscurità quel reciproco tendersi di braccia ai miei occhi vibrava già di Vangelo.

 

 

 

 

 

verso la Libreria Paoline

 

 

 

 

 

La prima Lectio su Gv 14,25-31 è stato anche il primo momento in cui ho sostato all’interno del progetto della Missione Cittadina, nel luogo significativo della Libreria Paoline, in un’accoglienza sollecita, di sorrisi e affettuosità. Padre Martino, missionario della comunità mariana, parlando della sua esperienza ha raccomandato la frequentazione della Parola come via che visibilmente ci cambia, aprendoci alla possibilità reale di incontrare Cristo, toccandoci proprio là dove batte il nostro bisogno di salvezza. E la Parola è stata proclamata. E poi si è fatto silenzio, il silenzio del tempo del cuore, e poi ciascuna e ciascuno hanno parlato, condividendo le proprie riflessioni in un modo inaudito ai miei orecchi, diversa infatti era l’intenzione ; nessuno ha cercato di affermare se stesso né di convincere vagliando criticamente il testo o i commenti degli altri, ciascuno parlava per esserci ed esserci insieme, senza escludere nessuno, senza correggere niente, ospitavano e nutrivano di ascolto ogni parola, ogni silenzio, ogni attesa. La condivisione veniva allora non come la somma dei singoli interventi, ma come il formarsi di un corpo plastico dai molteplici significati e come una sorgente vivificava sotto i nostri occhi, coinvolgendo tutto della nostra persona. Alla fine ho ceduto anch’io alla spinta di tanta generosità, benché non avessi nient’altro da dare se non l’interdetto sincero del mio ascolto, davanti alla Parola che non si apriva per me di alcun tocco profetico, e tuttavia segnava con la sua alterità incomparabile la scelta del mio affido.
La confidenza nelle relazioni che si sono intrecciate là è stata una primizia che non ha avuto bisogno di tempo per manifestarsi, «i nostri legami non sono legami di sangue, ma è la Parola che ci unisce» dice padre Martino concludendo la Lectio, e il suo saluto porta l’eco di una consegna : qualche sera dopo, nel corso di un altro incontro di riflessione sul Vangelo, una donna sconosciuta avrebbe messo in mezzo il suo racconto sofferto di un dolore immenso.
Tornando a casa, mi è stato assolutamente chiaro che quella sera dopo tanto penoso cercare, ero stata beneficata da questo incontro ; più tardi nella mia stanza, un chiarore prezioso illuminava e non era dalle lampade accese, con stupore ho pensato — come essere sotto la tenda di Dio…

 

 

 

 

 

sulle tracce di suor Amelia

 

 

 

 

 

Grazie alla Missione Cittadina ho fatto in quei giorni la scoperta della residenza delle suore domenicane in città, ho seguito le tracce di suor Amelia che doveva guidare una Lectio su Gv 20,19-29. Ci eravamo parlate a tu per tu in libreria, ma ora nella sua casa mi pareva tutta un’altra persona, una scoperta nella scoperta…potere che hanno i luoghi di plasmarci ! La luce del tramonto sul piccolo giardino dietro la vetrata, esalta sul suo viso il colorito ambrato e negli occhi lo sguardo acuto ancora più penetrante. Quella sera un’altra grana di voce ha assunto la Parola, un altro ritmo di passi ha percorso le sue vie, la condivisione si è fatta contemplante dietro la mano di lei che portava lume in punti diversi della Scrittura, senza rinchiudere le sue parole in un disegno di senso definitivo, ma donandole come inizi di sentieri possibili nel mistero divino, e parlava come portasse sulle braccia con tenerezza una Parola appena nata…magari poterla ascoltare da un ambone di altare, pensavo lungo la via del ritorno !

 

 

 

 

 

in preparazione dell’Adorazione Eucaristica in cattedrale

 

 

 

 

 

Dal cuore pensante alle viscere della misericordia, in cattedrale la sera dell’Adorazione Eucaristica per la riconciliazione del cuore, padre Martino introduce il momento che stiamo per vivere, rammentandoci che Cristo è con noi perché è risorto : ed è veramente risorto e veramente con me, quando avverto la sua presenza in questa commozione che mi risana alla radice di tutte le mie incertezze ; pregare, cantare, adorare, attardarsi alla fine con gli sguardi, stringere mani, salutare. In Spirito, nulla è stato più soltanto mio, ogni gioia e ogni dolore sono stati avvicinati, contattati con tenerezza nuova e infinito rispetto ; uno spogliamento senza necessità di accusare parole, una rigenerata sensibilità verso la vita in tutte le sue forme in questa conversione toccante del cuore.

Il giorno dopo, l’incontro personale con padre Martino è stato il tempo in cui ho potuto gustare in pienezza la devozione del suo ascolto del tutto particolare, ed io che non sono solita esprimermi in dialogo, ho trovato con lui la ragione dei miei silenzi. Mentre parlavo, il mio dire più intimo si stava facendo dono di me, della mia vita in queste mie parole raccolte nelle sue mani. ASCOLTA LA PACE — con gioia ho assaporato che donarsi è la pace, ed è un luogo l’ascolto, è fare insieme un luogo comune, una terra comune, la terra delle braccia benedicenti di Cristo su di noi : compatirsi, comprendersi, dedicarsi fanno davvero un’oasi di pace in cui dimorare, un’anticipazione di eternità.

Non ho potuto partecipare al saluto finale in cattedrale, alla Veglia delle Palme e alle testimonianze in san Petronio quel sabato sera di aprile sferzato dalla pioggia e da un vento polare. Il giorno dopo, partiti tutti, sul cuore antico della città veniva limpida la luce del pomeriggio sereno, sulle vie silenziose e più vuote che mai, come lo sono certe spiagge assolate e deserte dopo essere state spazzate dalla burrasca ; unica traccia questo azzurro del cielo, la tenerezza dell’azzurro nel cielo parlava ancora di voi e di noi con voi, di quello che insieme eravamo stati, e questo azzurro io lo sapevo benissimo era tenuto insieme dal levarsi in preghiera delle vostre mani.
 

Bologna. 24 aprile 2022, domenica in albis