Tutto questo confondere la notte con il giorno, questo alternarsi improbabile del tempo della veglia, del tempo del sonno sfociano con forza naturale all’inabissarsi di un qualunque nome proprio o soggetto del vivere quotidiano, per condurre ciò che ancora rimane di noi a una destinazione che si compie soltanto nell’avvenuta dissoluzione di tutte le prospettive temporali.
Dopo questo avvento, con quali aggettivi ricadrà la nostra parte di vita? E questa luce che chiamiamo giorno? A quali echi sboccerà la notte i suoi oscuri silenzi?