VISITAZIONE

 

 

 

Lc 1,39-45

 

Traboccanti di
amore
immenso

si aprono le labbra
e
gridano parole
e sono
cascate di
b e n e d i r e.

 

 

 

 

 

 

larosadimiopadre

Dis — orienti

 

 

 

Dimenticata

        per tutto il giorno
        un
        velabro di luce fu
        mancare-di-Lei

e dis — orienti
le ore
mentre si stagliano
di uccelli
mortalità miracolose
a
perdifiato
nell’orecchio

bologna 9 – 13 maggio 2016

 

 

 

 

 

 

larosadimiopadre

Transiti

 

 

 

Più solitaria
la città, e le mura
serbano traccia di
transiti
di meraviglie
sotto la volta del cielo

……….. . . .

bologna 8 – 13 maggio 2016

 

 

 

 

 

 

larosadimiopadre

Un’ala di rose

 

 

 

            E
            piove
            a battiti
            di
            cuore

un’ala di rose rintoccava
lieve
al cupo suono dei bronzi.

bologna 30 aprile – 13 maggio 2016

 

 

 

 

 

 

larosadimiopadre

 

 

” Rosa Mistica “

 

 

 

Miracolose
le parole

se ora levano le voci
di cori
di preghiera

          Benedette siano le parole

E viene sera
e
sono cieli di rose,
e addensano
i sereni
di
Magnificat Anima Mia

bologna. 11 maggio 2015

 

 

 

 

 

 

larosadimiopadre

Giorno dell’Assunta

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

« Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio. » *

san Giovanni Damasceno

* fonte Wikipedia

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 
Un giorno di festività è per me quasi sempre anche un momento in cui mi domando —perché? Cosa ricorre nel seguire del tempo, che oggi si dovrebbe salvare nella memoria?

Del culto di Maria mi tocca e mi lega la traccia che conserva come ultima espressione di venerazione di un’altra specie di divinità femminili, di quel caleidoscopio di sacre figure che rientrano tutte nel culto della Grande Madre di tradizione mediterranea. Anche se nel processo storico di un generale ridimensionamento delle antiche dee le stesse sono diventate “figlie” di un dio-padre, “madri” di un dio-figlio che fin dalla nascita diventa più importante di loro.

Citando Maurilio Adriani alla voce “Verginità” nell’Enciclopedia delle Religioni, ho occasione di riflettere sulla caratteristica saliente dell’immagine femminile della madonna come Vergine Madre, di ancorare alla sua figura argomenti di essenziale importanza nel tentativo infaticabile di ritessere insieme elementi intorno ai quali ricostituire una valida identità di donne.
 

 

“Il profilo cristiano della vergine-madre abilita ad allineare su di esso tutta una tradizione fitta e polivoca, nella quale la verginità si connette con l’immagine femminile appunto in rapporto dialettico con la fecondità e la maternità. Il fatto che nella tradizione mediterranea la dea pòtnia (Signora) alterni verginità e maternità, che nella tradizione greca Hera e Artemide siano concepite  come vergini e madri […], che nello stesso Cristianesimo Maria sia esaltata nella qualità paradossale significabile con la sentenza di Dante -Vergine Madre figlia del tuo figlio, indica nella verginità sì lo status dell’indennità radicale dal male del mondo e lo iato incolmabile tra l’integrità e la purità del sacro rispetto all’inquinamento del profano, ma anche la funzione che il valore virginale ha nei confronti della vita, della fecondità, dell’iterazione biologica, della continuazione rinnovata e dell’iniziativa fertile del nuovo principio.”

 

 
Si tratta di riflessioni in coraggiosa controtendenza che, lontano da tentazioni retrive in epoca di fecondazioni sempre più artificiali e assistite, individuano nell’integrità del corpo femminile la prima condizione per la possibilità della vita, della fecondità nella rigenerazione, nella continuazione rinnovata dell’iniziativa creatrice. Nessun paradosso allora nell’identità di vergine madre, ma il riconoscimento della potenza naturale di ogni creatura femminile di presiedere la nascita e la cura della vita a condizione di riattingere ritmicamente in se stessa a quell’ambiente proprio di sensazioni e senso. Che poi è quanto ci manca più di ogni cosa, sostituito da fulgidi esempi d’incoronazioni mistiche nel cielo.

 

 

 

 

Le riproduzioni d’immagine sono particolari dell’Assunzione di Tiziano Vecellio, pala d’altare in santa Maria dei Frari a Venezia.

 

 

 

 

 

 

 

Maggio mistico

 

 

 

 

 

 


Madonna Odigitria di San Luca
Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino
immagine web
 

 

 

 

 

Mancano le parole per ricominciare, oppure no, vengono le parole —Nel cielo di luce diamante. Ma la voce manca, per continuare a dissodare tutto il resto.

Maggio è il tempo delle rose: sulla soglia del deserto roccioso a Marrakech, nella valle di Dadès, dove distese di rose pallide profumano al colmo della fioritura prima della raccolta. Profumano le rose anche qua, nei rettangoli di cielo minimi sopra i giardini di periferia.

Il maggio cattolico è anche il mese mariano. Al mio ritorno in città l’immagine della Madonna di San Luca era già scesa in processione per offrirsi alla devozione popolare, dal colle della Guardia dove al capo di una serpe lunga 666 arcate di portici sta il santuario a lei dedicato. La migrazione santa dura una settimana, il tempo sacro è cadenzato da messe, rosari, vespri e litanie. Il duomo che la ospita rimane aperto la sera fino a tardi.

Scorre una sottile alchimia fra questa negra Maria “hodigitria” e i cieli tersi come imperturbabili specchi custodi. Eppure anche mobilissimi e fluidi, questi cieli di maggio pronti a sciogliersi in acque di piogge benedette. Era nel 1400 la prima volta in cui l’immagine fu portata in processione perché cessassero le piogge che duravano da mesi, da allora ogni anno nei giorni che precedono l’Ascensione si rinnova il culto delle preghiere pubbliche popolari. E pure le piogge in questi giorni ricorrono ancora.

bologna 12 maggio 2013