Il primo canto

 

 

 

      Il primo canto

Nel cielo del mattino
il primo canto del merlo
nell’orecchio

schiarisce
la gola dell’oscurità.

 

 
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bologna 19 marzo. San Giuseppe falegname

Il giorno è venuto con i versi del merlo puntuali all’aurora. Per tutta la vastità del cielo nel mio orecchio, acuto e limpido il canto si stagliava come per modellare sonoro lo spessore del buio nell’aria. Nel dormiveglia non riesco ad aprire gli occhi, a orientare il mio sguardo verso lo specchio della finestra per scoprire a quest’ora in quale rapporto luce e oscurità si contendono il giorno.
 

 

 

 

 

 

Siamo partiti

 

 

 

Siamo partiti

Siamo partiti con il Vento
nella forma dei mazzolini di aromatiche in fiore

un buon cammino
per un migliore destino era l’auspicio dei vecchi

Cadeva la notte,
ma era soltanto il meriggio
schermato di tende di sonno

Terra d’Otranto. 17 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Notte fonda

 

 

 

      Notte fonda

Che notte fonda sopra il mare      quasi non si vede,
l’orizzonte sfondato e noi
su questo bordo dell’abisso
con i discorsi delle onde nell’orecchio.

Porto Adriano, San Cataldo di Lecce. 15 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Secentesco

 

 

 

      Secentesco

Sospeso al suo declino l’astro del giorno
solitario nel cielo sulla pianura sotto il livello del mare
coronato di rose nell’aria dal fiato delle terre
dal Vento di bonaccia che spira dalle maree.

Case Simini di Lecce. 14 marzo 2015
 

 

 

 

 

Imbiondisce l’ombra

 

 

 

 

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Ex cave di pietra. Mater Domini di Lecce, marzo 2015

 

 

 

 

      Imbiondisce l’ombra

Imbiondisce l’ombra delle sere sui calcari
ai limitari i cieli si piumano di rose
sui giardini d’ulivi uccelli secolari involano richiami
di canti lamentosi.

Mater Domini di Lecce. 14 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Poco lontano…

 

 

 

 
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lecce, chiesa della Madonna di monte vergine. Marzo 2015
 

 

 

 

      Poco lontano 

Poco lontano dai centri abitati superate anche le ultime periferie, percorrendo strade che oggi non portano a niente più lontano verso i dominii della luce sotto un cielo che sembra non finire mai. La terra abbandonata fiorisce da se stessa di mandorli, di bianche velature sui limitari di rovi. Fra i banchi mossi di roccia la terra, dissodata una volta tanto tempo fa ora ritorna selvaggia d’incolti. Sparse pietre d’inutili confini sono adesso disertate clausure e i cippi solitari di memorie perdute che assordano d’echi.

Terra d’Otranto. Febbraio – marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Negli anfratti di luce

 

 

 

      Negli anfratti di luce

Negli anfratti i luce
negli interstizi del tempo
cullando il sonno
di venute di
parole

e i canti fini degli uccelli al tramonto
e l’azzurro incipiente della sera che strugge
e la clausura d’echi
alla fonte del poema.

Villa Convento. 10 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Un parlare turchino

 

 

 

      Un parlare turchino

       Un parlare turchino alla gola del pozzo
in cui l’acqua scava
sorgiva
la pietra
la vena nei banchi sepolti di roccia

       alle radici dei secolari.

Monte Vergine di Lecce. 9 marzo 2015

 

 

 

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Segnature di viaggio

 

 

 

      Segnature di viaggio

 

“Lo Haikai è un’erba selvatica
lungo la strada della vita”

                   Matsuo Basho

 

 

Le sei di sera, attraversiamo l’Abruzzo. Siamo a metà del viaggio. Nel cielo scivola lentamente l’oscurità e le dorsali degli Appennini e le valli si accendono delle luci dei fanali. Incomincia adesso il tempo più rischioso alla guida dell’auto, quello dell’ipnosi del buio.

Autostrada Adriatica. 21 febbraio 2015

 

 

 

 

Città Sant'Angelo-20150221-06612( cliccare sull’immagine per ingrandire )

 

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Sacro salmastro

 

 

 

      Sacro salmastro

Sacro salmastro
che profuma di zolle
all’imbrunire,
e nell’Azzurro delle sere
di smalto nostalgia
sprofonda in seno alla marina.

Copertino di Lecce. 8 marzo 2015

 

 

 

 
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Altare della Croce. Santuario della Grottella
Copertino di Lecce. Marzo 2015 ( cliccare sull’immagine per ingrandire )
 

 

 

 

 

 

Antichità

 

 

 

      Antichità

Antichità
del raggio di
sole sopra il legno del melograno.
Mattino presto,
un passero per un poco
nello stesso colore.

Villa Convento. 8 marzo 2015

 

 

 

 

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Albero di melograno che il passero ha visitato
lecce. Marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Porta il Vento

 

 

 

      Porta il Vento

Porta il Vento
nell’aria
il profumo di
tutti fiori

Strabocca una vena
selvaggia
di freschezza

               la notte un manto di stelle

Villa Convento. 8 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Il Vento fuori

 

 

 

      Il Vento fuori

Il Vento fuori sta correndo
e sopra il tetto semina pioggia
che non fa rumore
e alla finestra profuma di erba nuova
e di fiori,
e degli uccelli una vena di canti
sopra la terra, fra ramo e
ramo
s’invola.

Villa Convento. 5 marzo 2015
 

 

 

 

 

 

Il giorno muore

 

 

 

      Il giorno muore

Il giorno muore
nei volumi di arie chiare
al Vento

di cielo
e di rose

Estinta ogni memoria di splendore.

Otranto. 4 marzo 2015

 

 

 

 
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Località Le Orte. Otranto
Marzo 2015 ( cliccare sull’immagine per ingrandire )