Al passaggio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al passaggio

 

 

Coste di lini
bianchi
contendono
lo sfatto ardore a
Demetra       un po’ di più
       a
       ogni passo
       sprofonda.

Borgo di san Petronio, bologna. 19 agosto 2017
 

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Nel vento

 

 

 

Nel vento

 

 

         E
richiama di Te
il cinguettìo dei passeri
a ondate

il profumo che
schiude al
calore       dolce nell’aria
il frutto del fico
promette
nel vento.

villaconvento di Lecce. 7 luglio 2017
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

La kore sposa

 

 

e rinunciare
alla menzogna patriarcale di Colei che porta distruzione
— sciogliere la finzione del suo viaggio       disarcionare da sé
la legge
l’oscurità …

 

 

 
I viaggi di Demetra.

 

 

 

Il viaggio

Dicono :
Dalla tomba alla vita
Ritorna
La kore sposa

        … e non sapevano
         Degli occhi bianchi e rossi.

Procede
Senza madre
Senza scorta.
Tutte le età porta con sé,
La nudità di una rosa.

 

 

Atto di dolore

( La kore sposa )

Madre.
Così distolta dal tuo sguardo
E sola
Non ho creduto alla paura
Che mi metteva l’Inferno
Che mi serrava le viscere
Che già mi aveva derubato il passo.

Poi
        Quando il mio gesto
        Ai polsi ha rinunciato
        Alla sua volontà
        — allora ho visto       e creduto
        Alla mia fine.

 

 

Per ogni Ade

Quelle tue mani
In cerca nel mio ventre
Hanno fermato la mia immortalità
— la mia innocenza, dicevi.

E nell’angoscia seguita allo spavento
La castità della mia prima voce svaniva.

*

La kore sposa,
Sposa di te
Compagna al buio trono.

La tua frode non fu rapirmi ai venti
All’abbraccio del mare
Alla madre sempiterna fiorita
— ma la tua legge
Con il suo confino.

*

La cara madre
Voluttuosa e feconda
Sorride nelle selve
Corre con gli animali.
Non sa la madre l’Inferno
In cui gli sguardi stanno separati
E il vivere
Si riproduce senza più generare.

*

Quando l’occhio fu dilatato
E preso al buio
Vidi
Il riflesso che non aveva vita
— ed ero io, bisognosa di cure
Per durare nei ferri.

Lui non si oppose allora, ed io stupii. Lui mi lasciò vagare.
Io — io non cercai la madre.

Ogni tentata via portava sempre a lui, alle sue mani
Che legano
Forti più dei Venti
Sciolgono le membra più lontano del mare.

*

Non saprei dire lo scarto misterioso
Per cui trovai l’uscita :
Di nuovo seppi l’aria, la cara luce intorno
E questo bastò.

Forse, era l’Inferno ad essere svanito.

Che c’ero stata si vedeva ancora ai bordi dilatati dello sguardo.
Non era invece nel mio ventre l’Inferno,
E per questo io non ero ancora perduta.

Ma nemmeno ero io ancora immortale.

 

 

 

 

 

 

Per ogni Ade

 

 

 

Per ogni Ade

 

 

Quelle tue mani
In cerca nel mio ventre
Hanno fermato la mia immortalità
— la mia innocenza, dicevi.

E nell’angoscia seguita allo spavento
La castità della mia prima voce svaniva.

*

La kore sposa,
Sposa di te
Compagna al buio trono.

La tua frode non fu rapirmi ai Venti
All’abbraccio del mare
Alla madre sempiterna fiorita
— ma la tua legge
Con il suo confino.

*

La cara madre
Voluttuosa e feconda
Sorride nelle selve
Corre con gli animali.
Non sa la madre l’Inferno
In cui gli sguardi stanno separati
E il vivere
Si riproduce senza più generare.

*

Quando l’occhio fu dilatato
E preso al buio
Vidi
Il riflesso che non aveva vita
— ed ero io, bisognosa di cure
Per durare nei ferri.

Lui non si oppose allora, ed io stupii. Lui mi lasciò vagare.
Io — io non cercai la madre.

Ogni tentata via portava sempre a lui, alle sue mani
Che legano
Forti più dei Venti
Sciolgono le membra più lontano del mare.

*

Non saprei dire lo scarto misterioso
Per cui trovai l’uscita :
Di nuovo seppi l’aria, la cara luce intorno
E questo bastò.

Forse, era l’Inferno ad essere svanito.

Che c’ero stata si vedeva ancora ai bordi dilatati dello sguardo.
Non era invece nel mio ventre l’Inferno,
E per questo io non ero ancora perduta.

Ma nemmeno ero io ancora immortale.

bologna. Agosto 2013 – Settembre 2016
 

 

 

 

 

 

Demetriaca

 

 

 

Demetriaca

 

 

E’ già notte
nel folto dei rami

e

       risplende la luna       
       a — dormenta
       di foglia in foglia.

Santa Maria dei Servi, Bologna. 11 settembre 2016
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

Il nome mio

 

 

 

Il nome mio

 

 

Come nel vento sulle messi
la voce delle spighe        il nome mio
se mia madre lo chiama.

villaconvento di Lecce. 7 giugno 2016
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

Notturna

 

 

 

Notturna

 

 

Dissotterra       notturna
virginale

       una frescura d’acque di
       fossi
       commossa
       di ginocchia.

bologna. 12 – 30 ottobre 2015
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

Un dono scheggiato

 

 

 

Un dono scheggiato

 

 

Di te, più solitaria stella
non c’è
nel firmamento.

Nata nuova alla terra scura,
        il sangue
        un dono scheggiato.

bologna. 25 sett. – 1 ott. 2015
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

La chiara forma

 

 

 

La chiara forma

 

 

La chiara forma
sul
fianco della notte
non finisce di venire a
     svolgere
     il segreto
     di tanto misteriosa fonte di
     gentile tenerezza.

bologna. 15 luglio 2015
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre

Con le dita

 

 

 

      Con le dita

 

 

Con le dita delle mani       ogni seme
a ogni passo —
nell’argilla che separa, dove
l’aria
   la terra
      ha disseccato.

bologna. 14 luglio 2015
 

 

 

 

 

 
larosadimiopadre