Una scelta estetica

 

 

 

Una scelta estetica

Una scelta estetica : ciò che si include e ciò che si esclude nella propria rappresentazione. Una scelta determinata dalle persone e dai contesti ai quali si rivolge – si dedica, si destina – la nostra rappresentazione.

 

“Una scelta estetica è sempre una scelta sociale …Ciò non significa affatto che la scelta estetica sia impura o interessata. Anche le scelte dei santi sono sociali.”

Pier Paolo Pasolini

 

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Astor Piazzolla – tango orfico

 

 

 

Astor Piazzolla tango orfico

 

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Astor Piazzolla, 1975 – immagine web
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Dopo ogni gioco della danza. Resta un avanzo d’eco, e un murmure buio nel cuore. Dopo la magia intensamente lirica del canto. Resta il vento che sale, la forza del vento, non finisce di salire.

      Dalle fredde paludi in cui Mnemosine disseta l’arsura di ogni ricordare viene anche l’anima misteriosa di una musica nera, un fango che si fa voce, e le parole si fondono, e il silenzio è una fibra tesa,  e una cifra impressa a fuoco in questo cuore di cera.

 

 


Libertango

 


Meditango

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bologna. 23 settembre 2015

 

 

 

 

 

 

Della dannazione e della gioia

 

 
   Della dannazione e della gioia – Tango

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Fuori. Finita la musica nella via è ancora la notte, ancora calda. Una notte di fine estate. Il lamento e il richiamo inatteso di un uccello che passa di qua ha screziato d’aperto la notte mentre va a spegnersi oltre le ombre nel parco.

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bologna. 17 settembre 2015
 

 

 

 

 

Bologna, settembre

 

 

 

Passaggio di stagione

 

 

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I.

 

 

Nell’incertezza dell’andatura libera da impegni ho guidato i miei passi verso dove la luce si tuffava al tramonto. Diretta ai Giardini, insieme all’aria scivolavo nel suono di campane, rintoccavano le sei.

Del ritorno in città conoscevo gli ultimi fuochi dell’estate, quelli che forzano nelle membra fino a spremere la forza vitale. Poi c’erano stati quei colpi di vento, improvvisi verso sera che portavano quest’aria nuova di settembre. Conoscevo l’azzurro limpido che seguiva nei cieli del mattino, la trasparenza luminosa dell’etere e l’inarrivabile dolcezza che ti segna nell’aria fredda come una ferita. Non avevo visto ancora i boschi. Perciò andavo nel parco, andavo a vedere i colori che prendono le foglie, i cascami di oro fuso fra gli alberi, le radure danzanti di luce.

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II.

 

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I – II Giardini Margherita
bologna. 7 settembre 2015
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