“Poesie surrealiste di V. B.” – III

 

 

 

      Conosco appena le mani

Conosco appena le mani,
le scarpe che metto ai piedi.
Conosco il giorno e la notte
e i terrori del vento.
Ma gli anni? Dove son gli anni,
e tutti i libri che ho letto?
I volti amati si sfrondano
delle loro vicende,
non restano che i nomi.
Tutto nella memoria
cade a pezzi, sprofonda
senza rumore
nelle botole dei morti.
Ah, dove son le acute presenze
del passato, le sue calde forme,
la cera su cui incidevano
i miei sentimenti?
Dove si nasconde il senso
delle cose che ho vissuto,
e i brividi lucenti
e i cieli dell’avventura?

Vittorio Bodini
da Metamor, 1967. BESA editrice

 

 

 

 

 

 

“Poesie surrealiste di V. B.” – II

 

 

 

      Canzone semplice dell’esser se stessi

L’edera mi dice: non sarai
mai edera. E il vento:
non sarai vento. E il mare:
non sarai mare.

I cenci, i fiumi, l’alba della sposa
mi dicono: non sarai cencio né fiume,
non sarai l’alba della sposa.

L’àncora, il quattro di quadri, il divano-letto
mi dicono: non sarai noi,
non lo sei mai stato.

E così il sogno, l’arco, la penisola,
la ragnatela, la macchina espresso.

Dice lo specchio:
come vuoi essere specchio
se non sai dare altro che la tua immagine?

Dicono le cose: cerca d’esser te stesso
senza di noi.
Risparmiaci il tuo amore.

Io fuggo da ogni cosa delicatamente.
Provo a esser solo. Trovo
la morte e la paura.

Vittorio Bodini
da Metamor, 1967. BESA editrice

 

 

 

 

 

 

“Poesie surrealiste di V. B.” – I

 

 

 

      Perdendo quota

Limpida gioia, di che mano sei morta
sotto i duri piumaggi di palmizi senza profeti?
L’insonne adolescente
assetato di sogno e di brutalità
piange ora sulla spalla
di un’alba spilungona
non lontano dal mare
non lontano dalla verità.
Che furia. Che vergogna senza pace.
Che accanimento oppone la cruda invereconda
casistica del vizio a ciò che fu
sentirsi un tempo il cuore in petto
o camminare nelle vie, tra la gente
come armati di un bastone
meraviglioso e invincibile.
Come potremo ora vivere perdendo quota in noi stessi?
O forse nei mattini senza specchi
ringrazieremo la morte dei suoi cortesi anticipi?
Le pallide avanguardie desiderose di scandalo
avanzano anch’esse verso il loro Acheronte.
O, soccorreteci, aiuto, bianca poesia!
Aiutatemi voi, bianco foglio di carta,
a dire ciò che non so.

Vittorio Bodini
da Metamor, 1967. BESA editrice

 

 

 

DSCF5791_procCosteggiando la Basilica di Santa Caterina, Galatina (LE)

 

 

 

 

 

 

 

 

Poiesis

Galleria

This gallery contains 14 photos.

      “Possibile che polverose cicogne trapassino la cruna dei campanili? Che l’esatto sorriso delle astrazioni baleni dalle velette, per le stanze ove l’odore degli agrumi e il vento di scirocco escludono ogni memoria? ………..” Vittorio Bodini da Foglie di tabacco, 1945 – 47. BESA Editrice         Basilica di Santa Caterina, Galatina (LE)       … Continue reading