conversation
Quali interlocutori si evocano in queste conversazioni notturne, quali ascolti si coniugano senza fine tra loro e nell’immensità silenziosa di tutto quanto non finisce di venire? Nel fluido incedere dei segni di passaggi il tempo custodisce l’uscita.
rosaturca
conversation – une question
L’écrit ne pose plus
La question du retour
Le fleuve d’il y a des jours
Coule encore très loin
Sans m’avoir jamais dit
Qui je suis
Et la part manquante
Laissée dans le jardin
Celle qui m’attend selon tes mots
Au tournant du chemin
S’est jetée dans ses eaux
Il me semble vois-tu
Que c’est sans importance
La domanda del ritorno
Lo scritto non pone più —
Il fiume, ci sono giorni in cui
Corre più lontano
Senza che mi abbia detto
Chi sono io
E la parte che manca
Lasciata nel giardino
Quella che mi attende secondo le tue parole
Al tornante del cammino
Nelle sue acque si è gettata
E questo – vedi –
Mi sembra senza importanza
conversation – entre nous
La musiche de l’eau
Sur la terre
Sur les toits
Le vent
Ailleurs ce même vent
La pluie
Si petite chez toi
— Entendre fragile
jusqu’en sa force même —
La mer aussi
Le long ciel au milieu
Qui sépare ici-bas
Et lui
Qui passe entre nous
Qui va son chemin d’eaux profondes
Entre ta belle attente de terre
Et la nuit
La musica dell’acqua
Sulla terra
Sui tetti
Il ventoLo stesso vento che altrove
La pioggia
Così piccola presso di te
—L’intendere fragile
fino nella sua stessa forza —Il mare e poi
Il lungo cielo nel mezzo
Che separa quaggiù
E lui
Che passa fra noi
Portato nel suo cammino di acque profonde
Fra la tua bella attesa di terra
E la notte
notes en marge de conversation
La cour le jardin, ce sont des mots anciens qui se glissent là sur la pierre,
sur l’assise de ma vie cachée : une histoire incomplète qui serait muette sans eux
Là où je suis, faisant mes heures de nuit,
je ne vois pas, j’écoute
Il n’y a pas de conversation qui ne laisse affleurer le secret de soi
On se tient alors au bord de l’autre, à sa table de nuit
et l’on mange en silence
La corte il giardino, sono antiche parole che scivolano là sulla pietra,
sull’assisa della mia vita remota: una storia incompleta che senza di loro sarebbe mutaLà dove sono io, nel mio fare notturne le ore,
là non vedo, io ascoltoNon ci sono conversazioni che non lascino affiorare il segreto di sé
Ci si tiene allora sul bordo dell’altro, alla sua tavola notturna
e si mangia in silenzio
Testi Serge Marcel Roche (traduzioni in italiano di rosaturca)
conversation – link alla raccolta