Rilke e lo “spazio interiore del mondo”.

 

III. (Anche noi) come i veri primitivi, continuiamo ancora a dipingere gli uomini su sfondo d’oro. Stanno davanti a qualcosa d’indistinto. Talvolta all’oro, talvolta anche al grigio. Talvolta nella luce, e spesso dietro di loro vi è un buio impenetrabile.

IV. E’ comprensibile. Per riconoscere gli uomini fu necessario isolarli. Ma dopo averne fatto lunga esperienza è giusto porre ogni singola contemplazione di nuovo in rapporto con le altre e accompagnare con sguardo ormai maturo i loro più ampi gesti.

Questi pensieri di Rilke, composti durante il suo soggiorno a Monaco nel 1897 e raccolti poi negli “Appunti sulla melodia delle cose”, si presentano scanditi in altrettante riflessioni numerate in progressione in cui l’autore cerca di mettere in luce l’intreccio di relazioni che realizzano il compimento dell’evento drammaturgico sulla scena moderna.
Singolare e particolarmente significativo ai miei occhi, che il poeta prenda l’avvio nelle sue riflessioni da una similitudine con l’arte pittorica: quella del Trecento in contrasto con quella dei primi maestri del Rinascimento italiano.

 

 

V. Confronta per una volta un quadro del Trecento su fondo d’oro con una delle innumerevoli composizioni successive dei primi maestri italiani, dove le figure si trovano tutte raccolte in una “Sacra conversazione” dinanzi al paesaggio luminoso del chiaro cielo dell’Umbria. Il fondo d’oro isola ciascuno di loro, il paesaggio, invece, splende dietro, come un’unica anima dalla quale esii traggono il sorriso e l’amore.

Risulta subito evidente quanto ciascuno dei due fondi corrisponda a una visione del mondo, collimando pure in una precisa concezione dell’arte.

VIII. (All’arte) non è concesso fissarsi sul singolo individuo che è solo la soglia della vita. Deve attraversarlo. Non le è concessa stanchezza. Per trovare compimento deve agire laddove tutti sono “Uno”. E quando essa fa dono di questa “unicità”, ovunque si posa una ricchezza senza fine.
(continua)

Traduzione di Sabrina Mori Carmignani. Passigli Editori, 2006.